INTERVISTA AGLI EMOTU!!!!

06.02.2019

Rivolgiamo qualche domanda agli Emotu, band italiana che da qualche settimana è presente in radio con il loro ultimo singolo estratto dall'album "Meccanismi imperfetti", un compendio di tutto che rappresenta il mondo degli Emotu e la loro volontà di farsi sentire, non solo attraverso la professionalità di talentuosi musicisti, ma soprattutto tramite testi, pregni di umanesimo ed essenzialità...ma lasciamoci raccontare direttamente da loro questo brano....

Benvenuti...

Cominciamo parlando appunto di questa essenzialità presente In "Vento a Monastir"...un viaggio in africa, ma soprattutto un viaggio dentro di noi, al nostro vero essere....

Viaggiare é un modo per ricongiungersi con noi stessi, il distacco dalla quotidianità avvicina molto il sé più profondo, le culture, l'arte, la società di certi luoghi ti permettono forti riflessioni e l'Africa é forse il luogo dove le risposte a questa ricerca vengono più amplificate, viaggiamo tanto e questa é una buona ragione per farlo.

A proposito del brano avete affermato "Monastir non é solo un posto a nord dell'Africa Araba, ma é un emozione antica che riemerge sotto forma di canzone , il suo vento é una sveglia per le sensazioni e per le riflessioni ,ci fa accorgere che abbiamo un DNA con qualcosa di collegato a quelle terre, soprattutto sotto l'aspetto emotivo, di appartenenza e di libertá, l'uomo viene da li...insieme alla sua intera evoluzione..."....tutto questo, la spontaneità, l'essere autentici, mentre appare in contrasto con l'obiettivo del sistema che viviamo, appare contemporaneamente come un'esigenza per rifuggire dalla contraddizione che tutto questo ci provoca....

Sappiamo essere un argomento giá trattato da alcuni artisti come in "Mal d'Africa" di Battiato, molto presente anche in certe opere letterarie del 900, ma sono le distinte emozioni umane che fanno la differenza di fronte alle meraviglie che il mondo ci offre, con questo brano abbiamo voluto esprimere la nostra personale, fatta soprattutto del contatto con la terra di origine dell'uomo, "la grande madre" di tutti noi, l'unica capace di risvegliarci i pensieri codificati nella doppia elica del Dna . In un nostro viaggio fatto in queste terre, nei pressi di Monastir in Tunisia ad un certo punto si alzò un forte vento proveniente dalle zone desertiche più interne, un vento sabbioso che copriva tutto , azzerava la terra, il cielo, l'orizzonte e la vista stessa, ecco quello era il momento perfetto di ricongiungimento con noi stessi, lo schiaffo definitivo che metteva a nudo le contraddizioni, le assurdità della cultura contemporanea occidentale, una sensazione unica, un miracolo, una volta finito tutto , il mondo appariva come diverso, quel vento non aveva solo spettinato, aveva realmente toccato qualcosa dentro.

Ascoltando "Vento a monastir", il richiamo al cantautorato italiano, in particolare tutto il filone indipendente è indiscutibile, tuttavia si risentono influenze di matrice anglosassone, quali la Dark, la New Wave.....

É vero, quello che facciamo é un insieme di tutte le componenti che hai citato e anche qualcosa in più, il filone indie italiano ci appartiene ma ci sta anche stretto, così come le influenze new wave, (ma anche trip hop, industrial, rock) sono solo parte di un'idea sonora che vogliamo comunicare, semplici ingredienti che quá e lá emergono, italiani nel linguaggio e nelle liriche e sicuramente più internazionali nel suono Questo perché il neo cantautorato indie italico, parliamo di quello intellettuale ed emozionale recente, lo apprezziamo particolarmente, molto forte nei contenuti, molto attuale e toccante, però in fatto di suono ci discostiamo, abbiamo una nostra idea e qui interviene la matrice anglosassone, sia nella parte evocativa che hai citato che in quella attuale e sperimentale , ma recenti piccoli cambiamenti nella formazione ci permetteranno per il futuro di esplorare anche in sonorità più oltreoceaniche , non vogliamo fermarci ai cliché, la musica é una e non ci fermeremo mai di cercare in diverse direzioni.

In generale quali sono le vostre influenze musicali, sia italiane che internazionali...

Le nostre influenze come si diceva sopra sono un pò distinte fra la parte delle liriche di matrice italica e la parte suonata di matrice internazionale, sicuramente in Italia i riferimenti più evidenti sono Battiato, il Battisti più recente, Silvestri e tutto il cantautorato attuale di Appino o Vasco Brondi , ma anche Baustelle e poi in quei fantastici anni 90 italiani in cui c'é tanto ancora oggi da imparare: La Crus, Ustmamò, Lindo Ferretti, Marlene Kuntz, Emidio Clementi... mentre a livello di sound complessivo certamente l'electrowave dei Depeche Mode, dei Talk Talk, dei Simple Mind e degli Ultravox ci ha un pò influenzato, così come David Sylvian e Peter Gabriel, o più recentemente i Nine inch Nails, I Perfect Circle/Tool, Faith no More da una parte, i Massive Attack dall'altra...tanti nomi alla fine, perché in fondo ascoltiamo di tutto e lasciamo influenzarci da qualsiasi cosa sia realmente ispirata.

Anche il titolo dell'album "Meccanismi imperfetti", sembra agganciarsi a questa idea che la modernizzazione del nostro attuale sistema di vita, non sia per forza sinonimo di una vita migliore...sembra invece al contrario, che la semplicità, il ritorno alle radici, sia il vero richiamo a quell'umanità che ci rende davvero noi stessi....

É una delle diverse chiavi di lettura che rientra nei significati del titolo, così come a noi piace vedere nei meccanismi imperfetti tutte quelle diversità che ci rendono unici, l'imperfezione che diventa caratterizzazione, nella perfezione non c'é nulla di nascosto, di misterioso, di incomprensibile, é tutto chiaro, perfetto appunto, invece nell'errore si cela mistero, incongruenza, anomalia...in poche parole fascino, quando facciamo qualcosa al di fuori degli schemi ed irregolare creiamo un meccanismo imperfetto, ma nello stesso tempo stiamo innovando.

Sonia Bellin

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